• Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri
    • Acquista la tua Polvere e certi Brutti Pensieri
    • Leggi la prefazione
    • Dicono della Polvere e dei Brutti Pensieri – Recensioni
    • Stampa e media
  • Acquista la tua Polvere e certi Brutti Pensieri
  • Home e ultime notizie
  • Il manuale
    • Cos’è il Manuale
    • Leggi i primi due capitoli
    • Acquista il Manuale
    • Dicono del manuale – Recensioni
      • Stampa e media
    • COMUNICATO STAMPA DAVID AND MATTHAUS
    • Presentazione Colleferro 16 10 2016 – FOTO VIDEO
  • Contatti e social
  • BLOG PERSONALE
  • Biografia
  • Stampa e media

COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI

~ Il nuovo romanzo di Daniele Germani

Archivi della categoria: RECENSIONI POLVERE

Azzurra Sichera di “Silenzio sto leggendo” recensisce COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI

22 lunedì Giu 2020

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, books, LEGGE BASAGLIA, leggere, letteratura, letteratura contemporanea, letteratura italiana, lettura, libri, PSICHIATRIA, psicologia, romanzo psicologico

Una recensione che va oltre il semplice racconto di un libro letto e che scaturisce da un incontro collettivo del gruppo di lettura di Prospero – Enoteca letteraria.

Ringrazio Azzurra per le bellissime parole spese per il mio romanzo.

QUI LA RECENSIONE ORIGINALE

Libri Narrativa Recensioni 

“Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” di Daniele Germani: che trama…

 22 Giugno 2020  Azzurra Sichera  0 Commenti Daniele Germani, Edizioni Spartaco

Per la prima volta, da quando ho iniziato a postare recensioni sul mio blog, mi trovo in difficoltà. Quando ho finito di leggere “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” di Daniele Germani (Edizioni Spartaco) mi sono chiesta: “E ora, come ne parlo? Di che cosa posso scrivere?”. Non lo so. Farò un tentativo, dopo la trama.

TRAMA – Una donna, un uomo, un pazzo. Lei ha un rimpianto, aver lasciato il pianoforte e la musica per dedicarsi al marito e ai figli. Lui è ossessionato da una nota stonata, che gli risuona nella testa e non gli dà pace. Il folle sta preparando una bomba, per annientare il padre che non l’ha mai accettato. Siamo all’inizio degli anni Ottanta, la chiusura dei manicomi imposta dalla legge Basaglia del 1978 è l’occasione per esplorare il territorio complesso e accidentato del senno umano. In un romanzo ardito nella struttura, i riflettori sono puntati sulla parola «guarigione», che implica il sacrificio di mondi immaginari costruiti come antidoto all’isolamento, all’emarginazione. L’impossibilità di un legame autentico con gli altri lacera i personaggi della storia. E così la vicenda letteraria di una malattia «mentale» esplode nel racconto intimo della malattia «relazionale». Perché a volte i muri più difficili da penetrare, i più alti e i più spessi, sono quelli eretti da chi ci sta intorno. Ma i veri pazzi chi sono?

Concentriamoci su un passaggio della trama fornita dalla casa editrice: “Un romanzo ardito nella struttura”. In poche parole, dalla Spartaco hanno provato ad avvisarci, forse per poi poterci dire, un giorno: “Ve lo avevamo detto”.

Ardito è un gran bell’aggettivo. La Treccani recita: “Che presenta rischi, o che è fatto, intrapreso con coraggio; che esce dall’ordinario, quindi nuovo, originale o arrischiato”.

Non potrei essere più d’accordo: “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” è senza dubbio un romanzo dalla struttura originale e fuori dall’ordinario, e il coraggio è sia di chi l’ha scritto che di chi lo ha scelto per pubblicarlo. Il rischio però adesso è tutto mio, che devo provare a raccontarvelo.

Per fortuna, “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” è stato il libro del mese al Prospero dei Lettori che si è concluso con una bellissima discussione virtuale in compagnia dell’autore, il quale si è dimostrato più che disponibile nel rispondere alle nostre (tante) domande, ma anche a lasciarci con (parecchi) dubbi.

Daniele Germani ci ha svelato che per prima cosa è nato il titolo e che un mese e mezzo dopo aveva terminato di scrivere l’intero romanzo. A quel punto capisci che “ardito” è solo la punta dell’iceberg e che sotto c’è per forza qualcosa di più.

E così abbiamo iniziato a parlare della trama – di cui non posso dirvi nulla -, dei personaggi – ancora meno -, scoprendo che Daniele Germani, in fondo, ci ha consegnato qualcosa come tre romanzi in uno.

“Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” sorprende a metà, e poi di nuovo alla fine. Che in realtà è un nuovo inizio. Tutto chiaro, no?

Io ho, e lo stesso hanno fatto le altre persone che hanno letto il romanzo per il gruppo di lettura, sottolineato moltissimi passaggi. Daniele Germani ha pensato una trama elaborata e strutturalmente complessa, ma ha anche consegnato più di un testimone al lettore.

Tra i temi affrontati c’è il riscatto, i sogni infranti, la necessità di porsi le domande giuste, e ancora il confronto con la realtà, l’apertura nei confronti degli altri, pregiudizi che hanno radici profonde, tutto raccontato con uno stile delicato e a tratti poetico, con la voglia di affascinare e di avvolgere il lettore in una maglia dalla quale è difficili districarsi.

Alcuni passaggi sono molti intensi anche quando descrivono azioni semplici. Dietro c’è sempre qualcos’altro, tra le righe ci sono parole nascoste, e in sottofondo una nota che probabilmente a qualcuno sembrerà stonata. Domande che ne celano altre. Storie che non finiscono, che cambiano, che avrebbero potuto essere, che forse saranno.

Emozioni forti si rincorrono tra le pagine – per lo più nostalgia, rabbia, delusione, amarezza – e sono descritte in modo lucido e appassionato. Non sarà difficile sentirle addosso, più complicato togliersele dalla pelle.

So di non aver detto praticamente nulla di “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” ma se avrete voglia di leggere il libro capirete perché ho dovuto farlo. Quello che posso dirvi, è che si tratta di un viaggio che vale la pena affrontare. Poi, magari, ne parleremo insieme quando lo avrete terminato.

In conclusione, la scorsa notte ho provato a pensare come descrivervi la sensazione che ho provato leggendolo e mi è venuta in mente questa scena.

Immaginate di trovarvi in una stanza piena di luce con un po’ di tempo da dedicare alla lettura. Che meraviglia, vero? All’inizio tutto va bene, vi sentite in pace con il mondo.

A un certo punto, però, il cielo si addensa di nuvole: la luce sfuma e dovete accendere la lampada accanto al divano. Apparentemente non è cambiato nulla, state ancora sul divano a leggere, ma le parole arrivano riflesse in un altro modo. Non solo, è come se tutta l’atmosfera fosse diversa. Come se annusaste nell’aria che sta per succedere qualcosa.

E in effetti, poco dopo, inizia un violento temporale e va via la luce: se volete continuare a leggere dovete accendere una candela e forse spostarvi sulla scrivania. Vi sentite strani, spaesati, non sapete bene come muovervi in mezzo a quella oscurità. Ma volete conoscere, volete leggere, anche se siete confusi.

E poi, come per magia, torna di nuovo la luce. Tutto diventa più chiaro, per un attimo vi guardate intorno come per riprendere confidenza con i contorni, e scoprite di aver finito il libro.

Ho avuto tre momenti molto forti leggendo “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” che hanno scandito il ritmo della narrazione e mi hanno fatto aggrappare alle pagine.

Ardito, non c’è ombra di dubbio.

Ma non solo.

 

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

A TUTTOVOLUME LIBRI CON GABRIO – INTERVISTA ALL’AUTORE: DANIELE GERMANI

18 lunedì Mag 2020

Posted by Daniele Germani in RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, blog, books, INTERVISTA, LEGGE BASAGLIA, leggere, letteratura, lettura, libri, pazzia

Grazie a A TuttoVolume – Libri con Gabrio per avermi proposto molte domande intelligenti alle quali ho tentato di rispondere in maniera altrettanto intelligente. Spero di esserci andato almeno vicino.
Daniele
 
 

QUI L’INTERVISTA ORIGINALE

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri”

Polvere, come lo chiamo per comodità, nasce al contrario di quello che uno si aspetterebbe nella lavorazione di un romanzo, ovvero dal titolo.

È una situazione che si era già presentata dal mio primo romanzo, il “Manuale di fisica e buone maniere”.

Ho costruito la trama partendo quindi dal titolo. L’idea di scrivere di emarginati, di persone che vivono ai limiti della società, a volte oltre questi limiti, l’ho sempre avuta. Volevo raccontare di come il potere costituito tenda ad appiattire le persone a dei canoni prestabiliti e di come esse cerchino in tutte le maniere di rifuggire a tutto ciò.

Spero di essere riuscito nel mio intento.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Bella domanda. Spero di rispondere al meglio. Credo audace, spiazzante e crudo.

3 – Ci racconti qualcosa del titolo?

Il titolo è un po’ articolato ed è il contenitore della stroria stessa. Ovviamente non posso entrare in dettagli altrimenti rischio di anticipare troppo. Posso però dirti (non ricordo se nel resto dell’intervista avevo già espresso questo concetto) che sono partito da lì. Come per il precedente “Manuale di fisica e buone maniere”, anche “Come eliminare la polvere e altri Brutti Pensieri” è un titolo che è parte integrante della storia, della trama.

Potrei considerarlo a tutti gli effetti un elemento orizzontale del testo, ricorrente, che si lega al lettore in continuazione, amalgamando personaggi, colpi di scena e finale, nonché il messaggio che ho cercato di veicolare. Solo alla fine si comprenderà appieno il perché di questo titolo così complesso e complicato, almeno a primo impatto, che poi viene ben svelato poco prima della conclusione.

Di opere che non sono legate al titolo stesso, di qualsiasi genere, che siano libri, film, canzoni e via dicendo, ma che hanno modificato il titolo in fase di edizione e produzione, ce ne sono a bizzeffe. In alcuni casi il titolo stesso ha creato anche un certo successo rispetto poi alla qualità del “prodotto”, in altri invece alcune titolazioni sono risultate infelici perché andavano a sminuire la qualità e distorcere le aspettative del pubblico.

Di certo quando presento un mio lavoro (anche se detta così parrebbe che la mia produzione sia sterminata, invece i miei romanzi pubblicati sono soltanto due), il mio è un pacchetto completo; testo più titolo e anche titolazione dei capitoli. Anche questi ultimi non sono modificabili in quanto funzionali alla storia stessa.

4 – Quali sono secondo te i tre elementi importanti quando si scrive un libro?

Direi che ogni persona che scrive ha un suo percorso, un modo di vedere la realtà e di restituirla, ma la restituzione al lettore a volte è complicata e magari non arriva a buon fine, o perché non si riesce a spiegarsi bene, a far arrivare il messaggio che si vorrebbe comunicare, o perché addirittura il testo resta incompiuto.

Io non mi sento uno scrittore, faccio questo per passione e nei ritagli di tempo come la quasi totalità di chi scrive e pubblica, ma forse proprio per questo posso individuare alcuni elementi fondamentali per arrivare a pubblicare con una casa editrice.

Il primo è essere sinceri con sé stessi e accettare, anzi, richiedere le critiche più crudeli e profonde al proprio testo e soprattutto passare attraverso un agente letterario. Sarà questo a indicare all’autore, sinceramente e soprattutto professionalmente, tutti i limiti tecnici e artistici.

Secondo poi, non cedere alla volontà di vedere a tutti i costi il proprio romanzo pubblicato e quindi ricorrere alle case editrici a pagamento. Ci sono centinaia di case editrici non a pagamento, anche piccole, che vaglieranno la qualità del testo. Se questo avrà possibilità di essere immesso sul mercato, allora questo avrà un valore anche artistico, perché nessun editore impegnerà le proprie risorse se non crede di poter rientrare dell’investimento, mentre una casa editrice a pagamento praticamente pubblicherà qualsiasi testo le verrà proposto.

Ultimo elemento, avere sempre e comunque in mente il finale della storia, che dovrà essere sempre legato al messaggio che si vuole comunicare. Questo perché la trama potrà cambiare, i personaggi potranno svilupparsi in maniera sorprendente e inaspettatamente ai propri progetti, ma il messaggio non dovrà mai cambiare, altrimenti si rischia di fare confusione e mollare tutto. Quindi si deve avere costanza nel riprendere sempre la trama sul contenuto, avendo il coraggio di danzare su quel filo sottile che è la trama.

5 – Come è nata la tua passione per la scrittura?

In sincerità non credo che sia nata in un momento ben preciso. Come ho sempre sostenuto, tutti noi abbiamo delle capacità che ci contraddistinguono dagli altri. Ci sono i matematici, chi ha manualità, chi invece sa scrivere, e ognuno esprime la propria personalità attraverso questa o quella peculiarità.

Io ho sempre scritto, sin da bambino. Ricordo già che alle elementari scrivevo temi lunghissimi e vere e proprie storie già suddivise in capitoli; ovviamente erano storie con personaggi infantili e trame decisamente traballanti, ma la fantasia già aveva la meglio sulla praticità.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

In programma ci sono sempre libri, storie, progetti di scrivere il capolavoro del secolo, anche se poi a volte è difficile anche soltanto finire un racconto.

Lavoro e famiglia permettendo, vorrei concludere quella che credo sia una trilogia iniziata con i primi miei due romanzi, che parlano entrambi, secondo le mie intenzioni, di come le persone vengono schiacciate dalla pressione del sistema e di come esse tentino di scappare dagli standard troppo netti. Ci sto lavorando, ho già in mente la fine, il messaggio che voglio mandare e, ovviamente, ho già il titolo pronto, anche se ora è davvero presto per rivelarlo.

Spero di concludere la stesura entro il prossimo anno.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Questa è una domanda con la D maiuscola. In verità non saprei. Forse dovrebbe rispondere mia moglie Marianna, ma forse è anche meglio di no. Scherzo, ovviamente.

Credo di essere ormai un quarantenne come tanti, un po’ troppo pigro e indolente. Di certo sono diventato più cinico rispetto a qualche anno fa e forse questo è un gran bene.

Sicuramente sono un uomo preoccupato di base, avendo una bambina di tre anni appena, ma credo che qualsiasi genitore sia un po’ preoccupato ventiquattro ore al giorno.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

In verità ce ne sarebbero davvero tanti. Forse il più interessante riguarda la fase creativa nel senso più stretto. Il pianoforte è sempre molto presente nei miei testi e questo perché ogni volta che scrivo ascolto sempre tanti pianisti. Il mio preferito è Ludovico Einaudi.

Quando scrivo mi impongo delle ore tassative di inizio e di fine, come tanti. Inizio quindi ad ascoltare questi pezzi e non appena entro nella giusta fase creativa, quando la musica riesce e colpire tutte le sinapsi giuste, allora inizio la scrittura. Non è mai capitato una sola volta di scrivere senza musica di pianoforte nelle orecchie.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Questa è una bellissima domanda, ma è difficile rispondere. Ci sono libri e autori ai quali sono legato perché mi hanno dato tanto in passato, ma che oggi a rileggerli mi danno quasi un po’ di fastidio. Una costante tra gioventù e oggi che ho più di quarant’anni è senz’altro Kafka (La metamorfosi e Il processo) e, per restare più leggeri, Nick Hornby (Non buttiamoci giù).

Forse però il mio preferito in assoluto resta Saramago (Cecità e Le intermittenze della morte), anche se di suo non sono riuscito a leggere ancora tutto. Leggo di tutto, anche se ora molto molto meno che in passato, causa il sempre meno tempo libero a disposizione.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Guarda è una domanda un po’ complicata. Ti spiego, fino ai 30 anni avevo una libreria degna di nota, con tutti i libri che si possono avere da ragazzo. Poi mi sono trasferito a vivere all’estero e quella biblioteca è andata persa. Da quando mi sono stabilizzato qui a Genova, quattro anni fa, ho iniziato a rimettere in sesto quella biblioteca che era andata persa negli anni.

Davanti il mio posto di lavoro c’è una bancarella di libri usati con la cesta di occasioni a 1€. Quasi tutti i libri che oggi ho in libreria vengono da lì, da quella cesta. In due anni di libri di occasione sto cercando di ricreare la mia libreria storica, anche se ci vorrà del tempo.

L’ultimo libro comprato è stato “UTO” di Andrea de Carlo, che fa parte dei miei libri giovanili, ma che non credo leggerò più e che forse verrà buono per mia figlia quando sarà adolescente, mentre l’ultimo che ho letto è stato un “Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni” di Jared Diamond, che però ho acquistato a prezzo intero.

Grazie di aver risposto alle mie domande

Alla prossima

Gabrio

CrunchEd recensisce COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI

03 venerdì Gen 2020

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, LEGGE BASAGLIA, letteratura, libri, PSICHIATRIA, psicologia, RECENSIONE, romanzo psicologico

Si parla ancora di Morsi e, come per MangiaLibri (—> http://t.ly/xmY09 ), su CrunchEd Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri – Romanzo conquista il massimo dei voti, con ben 5 morsi.
 
Anche CrunchEd non si fa problemi a stroncare grandi autori, qualora fosse necessario, quindi questo apprezzamento è decisamente importante.
 
Grazie a Elisa Marchegiani per la bella recensione.

QUI LA RECENSIONE ORIGINALE

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri | Daniele Germani

+++++

Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri.

Qual è il confine fra realtà e follia? Cosa o chi ci definisce Pazzi, Folli o Normali?
Queste e davvero molte altre domande affollano i miei pensieri da quando ho finito di leggere “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” edito da Spartaco Edizioni.

Daniele Germani ci fa viaggiare dentro la mente umana attraverso i movimenti di tre personaggi in un periodo storico importante: la legge Basaglia e la chiusura dei manicomi. E lo fa abilmente.
Conosciamo il prima: la vita nell’Istituto, i trattamenti ricevuti, l’omologazione e l’indifferenza.
Immaginiamo e viviamo anche il dopo, attraverso le parole di uno dei pazzi al suo interno.

“Loro dicono liberi, ma oggi io dico abbandonati. Chi è stato fortunato come me è tornato a casa, perché io una cosa ce l’ho. Altri sono rimasti per strada. Alcuni non avevano nessuno, altri ce l’avevano ma non sarebbero andati a prenderli. Altri ancora, quelli proprio gravi, quelli che avevano sempre preso botte, che avevano la testa nel secchio un giorno sì e l’altro pure, li trasferirono in qualche posto, migliore, dicevano.”

Ma il libro non è solo racconto introspettivo/di moto, angosciante/di conferma, triste/di stasi; c’è molto di più e lo scopriamo viaggiando dentro la sua testa, attraverso delle costanti, tutti i matti ne hanno no?

Il primo punto fermo è un odore prepotente. Quello di gelsomino.

“Il profumo sembra occupare spazio e, quasi come fumo denso, invade aria e narici, penetra nei pensieri, li addolcisce, rendendo tutto più morbido, rilassante.”

Ci sono delle note stonate circondate da domande. Ci sono domande più importanti delle risposte e delle risposte definitive per la ricerca della “normalità” o la fuga da essa.

“C’è questa nota stonata che si ripete ogni tanto, è quasi ritmica, prende e leva. Sembra un jazz suonato male da diventare quasi logico, quasi buono…
Improvvisamente tutte le altre note diventano fuori partitura, cadono in un unico fragore…ti manca il respiro e pensi che sia un attacco di panico, ma non lo è, no, è solo un rigurgito acido di consapevolezza…Provaci, a voce alta, chieditelo: «come faccio a eliminare la polvere e i brutti pensieri?» Bravo.”

C’è la musica. Ci sono i protagonisti senza nome ma con delle definizioni: il pazzo, la donna, l’uomo, il professore, il vecchio.
Ci sono molte storie che si racchiudono in una e una storia che ne raccoglie molte.
Sì, perché questo non è solo un romanzo ma un percorso attraverso gli occhi, le sensazioni e soprattutto i sogni di chi di vite ne ha vissute molte e magari per noi sembra non averne vissuta alcuna.

È tanto facile e coinvolgente leggere questo libro quanto difficile parlarne, senza svelare trama e rovinare tutto e un po’ mi spiace.
Un libro forte, diretto, non banale. Pieno di spunti di riflessione e frasi che avrei voglia di salvare e condividere al posto di scrivere questa recensione.

Perché nella follia non ci ritroviamo forse tutti? Non abbiamo tutti delle note stonate che ci fanno fermare, ricapitolare, perdere?

Chi  è il pazzo e chi è il normale in una società come la nostra, ancora piena di stereotipi, dogmi, egocentrismi e deliri di onnipotenza? In una società fugace, disattenta? Chi davvero sa come vivere e seguire i propri istinti, correre a vedere il mare, ricominciare a suonare il pianoforte o rincorrere un vecchio amore?

 “No, non siete speciali, perché voi vivete una vita sola ed è facile sbagliare strada e perdersi, soprattutto se si è soli. lo ne ho vissute tante, invece, ed erano tutte vere ed erano affollate di persone che amavo.  Forse sono solo polvere e brutti pensieri, si, ma almeno è una polvere che vale la pena di essere vissuta e sono brutti pensieri che meritano di essere accuditi.”

Il mio consiglio è di leggere questo libro e cercare quel pizzico di follia che avete dentro, coccolarlo e assecondare quei piccoli granelli di polvere che avete in testa e che vi rendono speciali.
Se non altro per scoprire se è vero, come scrive Daniele Germani, che gli altri sono Pazzi solo perché siamo noi a voler essere sani; per darci la possibilità di avere un altro inizio, un’altra meta, potersi perdere ancora, e di nuovo.

MangiaLibri recensisce COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI

30 lunedì Dic 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, books, I LOVE BOOK, LEGGE BASAGLIA, PSICHIATRIA, psicologia, romanzo psicologico

Mangialibri è un blog un po’ particolare, ovvero uno di quelli che legge davvero tutto (tutto e tutto dall’inizio alla fine, a differenza di certi altri blog 😉 ) e quando c’è da stroncare una storia lo fa senza problemi e senza guardare in faccia nessuno.
Sono molto coerenti anche per quanto riguarda il Self. Se un autore auto prodotto merita, non esitano a dare il massimo dei voti.
 
Sono quindi onorato di aver avuto il massimo dei loro “morsi” sia per il primo (Manuale di fisica e buone maniere) che per il secondo “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri”. 
 
Ero davvero in tensione sapendo che sarebbe arrivata la loro recensione e aver scoperto che anche “Polvere” ha avuto il massimo, è stata una grande soddisfazione e liberazione.
 
Grazie ad Annarita Celentano e alla sua recensione lusinghiera.
 

QUI LA RECENSIONE ORIGINALE

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI

Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri
AUTORE:
Daniele Germani
GENERE:
Romanzo
ARTICOLO DI:
Annarita Celentano
Acquistalo on-line

Inizio anni Ottanta. Un Pazzo parla piano, sottovoce. Le sue parole sono flebili come pensieri, eppure s’accumulano determinate, come polvere. Un Pazzo, fuori dal “suo” manicomio ormai chiuso, lontano dalle percosse, dai secchi d’acqua in cui lasciarsi affogare, chi è?

Un uomo come tanti, ossessionato da una maledetta nota stonata. Una donna che ha dovuto scegliere, che non ha potuto essere tutto quello che sognava, perché, forse, non aveva abbastanza forza per volerlo davvero. Un Pazzo che, un giorno, al mercato comincia a darle di santa ragione. Un uomo stufo della sua vita, del suo lavoro. Una donna che anela disperatamente a una rinascita. Un’armonia ormai perduta da tempo, vite tutte da riaccordare, mentre le singole note, orfane, stentano ancora a legarsi e a far musica, quella vera…

Daniele Germani, che dopo Manuale di fisica e buone maniere torna a sorprenderci, fa i conti con il delicato tema della pazzia, partendo proprio dal periodo in cui la legge Basaglia chiuse le porte dei manicomi. Il Pazzo è uno, nessuno e centomila. È tante voci – che non sanno comunicare tra loro –, tanti sussurri in uno.

Tante storie vere ai suoi occhi. Tanti vissuti che si sovrappongono, come cerchi concentrici in uno stagno dopo il lancio d’un sasso. Quei granelli di polvere che danzano nella sua testa, creando ombre, sono la sua vita, il suo tutto. Come per uno scrittore i suoi personaggi. Il Pazzo può riscrivere le sue storie e viverle. Partorisce mondi che, in fondo, non vuole gli vengano spenti. Non vuole guarire, non vuole far morire quelle sue vite perché dipendono da lui, che ne è insieme burattinaio e burattino, regista e attore.

Il tutto avviene in una città (quasi calviniana) che è un non luogo (come la mente di un folle), che non ha identità perché potrebbe essere tutte le città e nessuna. Con una struttura coraggiosa, con un pensare niente affatto leggero – che perfettamente si cala nella testa del Pazzo, lasciando al lettore uno straniante senso di claustrofobia – Daniele Germani ci restituisce la musica stonata della follia.

The Book Advisor recensisce “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri”

26 giovedì Dic 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, ilovebooks, LEGGE BASAGLIA, PSICHIATRIA, psicologia, romanzo psicologico

È sempre un ‘iniezione di fiducia leggere una così bella e completa recensione.

Qui la recensione originale pubblicata sulla pagina Instagram di The Book Advisor

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

thebook adv

#libriletti Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri, di Daniele Germani Edizioni Spartaco

Tre voci narranti ci conducono in un viaggio alla scoperta di quella che, in maniera molto spesso semplicistica, è definita pazzia: un uomo, ossessionato da una nota stonata che risuona in determinati momenti della sua esistenza; una donna che, moglie e madre, ha dovuto rinunciare alla sua passione di suonare il pianoforte per dedicarsi alla famiglia; un pazzo che, dopo essere stato rinchiuso per vent’anni in un manicomio, medita di costruire una bomba per eliminare il padre.
Tre esistenze che devono fare quotidianamente i conti con quei granelli di polvere che gli appesantiscono la mente, che modificano la realtà percepita, alterandola. Granelli che devono essere puliti, spazzati via, ma che rischiano di portare via con sé anche una parte di vita di quelli che sono definiti pazzi.

Un romanzo ambientato agli inizi degli anni ’80, dopo che la Legge Basaglia decretò la chiusura dei manicomi, che riproduce le sofferenze di coloro che venivano etichettati come anormali, non solo perché malati di mente, ma anche se omosessuali o diversi rispetto agli altri, dunque puniti con la reclusione negli Istituti.

Una narrazione caratterizzata da uno stile molto elegante, morbido, in cui si alternano le vicende dei tre protagonisti che si rivelano al lettore mettendo a nudo i loro limiti, le loro difficoltà di cucire il rapporto tra la realtà esterna e quella percepita.

Un romanzo che scorre fluido pagina dopo pagina, ma che a tratti obbliga il lettore a fermarsi per riflettere sulla diversità attraverso una sorta di tour dell’altra realtà in cui, non potendosi calare completamente in prima persona, è quasi costretto a lasciarsi guidare dai protagonisti, ovvero da quei pazzi che, però, si chiedono: “Come fate a essere certi che il reale sia quello che state vivendo voi ora, adesso?”.

 

***

“Appunti di una giovane reader” recensisce “COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI”

23 lunedì Dic 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, books, LEGGE BASAGLIA, libri, PSICHIATRIA, psicologia, romanzo psicologico

Bellissima recensione, sincera e chiara.

Grazie ad Anna di “Appunti di una giovane reader”

Qui la recensione originale

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

Recensione ‘Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri’ di Daniele Germani

PUBBLICATO DA APPUNTI DI UNA GIOVANE READER

COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI di Daniele Germani │ Editore: Edizioni Spartaco │ Pagine: 183 │ Prezzo: 12,00€

È il 13 maggio del 1978 quando in Italia viene approvata la legge che ha come tema gli Accertamenti e i trattamenti sanitari volontari e obbligatori. La legge, passata alla storia come Legge Basaglia, che prende il suo nome da Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma psichiatrica italiana, verrà ripresa ed integrata solo pochi mesi dopo con quella che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale.
Di fatto, però, la 180 fu la prima ed unica legge che, da una parte impose la chiusura dei manicomi, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici, dall’altra regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio andando a modernizzare l’impostazione clinica dell’assistenza psichiatrica, con l’intento di rinnovare i rapporti tra società, personale delle strutture e pazienti, riconoscendo pienamente a questi ultimi i diritti spettanti e una vita di qualità.
È prendendo spunto da questo avvenimento storico, che segna un vero e proprio punto di svolta nella lotta all’abolizione degli ospedali psichiatrici, che Germani inizia a tessere le fila di una storia malinconica e dolorosa che accompagnerà il lettore negli anfratti più oscuri della psiche umana, tra sofferenza fisica e mentale, e che lo obbligherà a riflettere sul concetto di normalità e pazzia, andando oltre il significato stereotipato, con il solo intento di coglierne il senso più vero e profondo.
I punti di riferimento per il lettore, le guide che lo accompagneranno in questo percorso di guarigione universale, sono tre personaggi. Tre anime fragili ingabbiate nel vorticoso battere e levare dei propri pensieri, impossibili da sbrogliare, preda del rammarico e di una sorta di estraneazione dalla realtà. Le loro sono tre storie che, capitolo dopo capitolo, sono destinate a correre parallelamente senza incontrarsi mai, fino al punto di rottura definitivo in cui, quel filo sotteso, che pure apparentemente le lega, verrà inesorabilmente reciso.

Loro sono un uomo, una donna e un pazzo. Nella testa del primo risuona l’eco di una nota stonata, zoppa, che proprio non vuole funzionare e rovina l’intera partitura, rendendo muta ogni parola. Un pensiero malforme, un tritono, una brutta dissonanza che confonderebbe anche i musicisti più esperti. Un jazz suonato male, ma talmente male, da diventare quasi logico, quasi buono. Perso nei corridoi bui e tentacolari, annaspando in un’esistenza quadrata, l’uomo, che odia il suo lavoro e non ha mai visto il mare, cerca una risposta al quesito che lo assilla costantemente: come eliminare la polvere e altri brutti pensieri?

Accanto a lui una donna che ha fatto del rimpianto la sua costante di vita. Nonostante il mondo sia in continua evoluzione, lei rimane ferma nella sua staticità di moglie e madre, così distante dallo scenario immaginato e sognato negli anni universitari, durante i pomeriggi di pioggia, mentre le sue mani correvano sui tasti di un pianoforte. Centoquaranta passi a ritmo di dita, un percorso infinito dove avrebbe potuto correre, rallentare e respirare in piena libertà a cui aveva preferito il matrimonio con un uomo silenzioso e taciturno, privo di slanci emozionali e passionali.
Infine c’è un Pazzo che, da circa vent’anni, mormora sottovoce il buio dei propri pensieri popolati da strani granelli di polvere. Sono i compagni di una vita, l’unico contatto con la realtà. Ha viaggiato tanto insieme a loro, pur di rivendicare la propria identità, senza mai perdersi. Preda del pregiudizio e dell’ignoranza di una società di sani che lo ha etichettato come tale, il Pazzo ha imparato a fissare un muro e a viverci dentro. Tra le crepe di quei mattoni e della malta che li tiene insieme, ha imparato a vivere le vite di chi non è mai vissuto per davvero, vite finite, contate, storie a scadenza, segnate da fiumi di domande a cui è difficile trovare delle risposte che siano diverse dalla menzogna.

Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri è un romanzo che indirizza il lettore verso una concatenazione di eventi che, ad un certo momento, diventa quasi logica, come se i pezzi del puzzle fossero tutti lì ed andrebbero semplicemente incastrati gli uni con gli altri, salvo poi sovvertire ogni cosa. Un cambio di prospettiva che diventa quasi un volersi prendere gioco del lettore che, spiazzato, dinanzi alla piega presa dagli eventi, non riesce a distinguere la realtà dall’immaginazione.

Il viaggio all’interno di questo romanzo-denuncia è paragonabile ad un terreno scivoloso, un pendio argilloso pronto a franare alla minima folata di vento e capace di travolgere il lettore e quel suo flebile barlume di certezze. Cos’è la pazzia? Chi sono i pazzi? Alla resa dei conti, chi ci dice che siamo noi i sani?
Con una prosa lucida e raffinata, che non smarrisce mai la via, nonostante gli aneddoti toccanti che riguardano la figura del Pazzo, con tutte le descrizioni inerenti l’esistenza condotta nei manicomi e le diverse pratiche di tortura a cui persone, come noi, sono state sottoposte, Germani ci mette a parte di una realtà che, con modalità e in luoghi diversi, è purtroppo ancora attuale. Una realtà nei confronti della quale, molto spesso, si è preferito, in molti casi, volgere le spalle perché si sa se occhio non vede, cuore non duole. 

Un romanzo di nicchia, un romanzo-protesta, un romanzo che sovverte le regole ed invita alla riflessione convinta. Un romanzo che è un’esperienza di vita, o meglio di vite, reali e non, a cui sarebbe necessario prestare la giusta attenzione.

10 buoni motivi per non leggere COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI – Giuditta Legge

05 giovedì Dic 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Commenti disabilitati su 10 buoni motivi per non leggere COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI – Giuditta Legge

Tag

BASAGLIA, books, come eliminare la polvere e altri brutti pensieri, giuditta legge, LEGGE BASAGLIA, leggere, letteratura, letteratura contemporanea, letteratura italiana, lettura, libri, PRESENTAZIONE, racconti, RECENSIONE, social

A differenza delle altre recensioni,Giuditta Legge propone un punto di vista molto originale per invitare alla lettura, ovvero 10 buoni motivi per NON leggere.

Ecco a voi i 10 buoni motivi per NON leggere “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri”

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri

 

1 Perché la diversità fa paura e ti mette spalle al muro, meglio non pensarci.

2. Perché 180 pagine di polvere e brutti pensieri potrebbero dare una scossa al tuo sistema nervoso.

3. Perché a volte ti fermi, ti assenti, ti distrai, ti incanti su una nota stonata,  e alla fine ti accorgi che quella nota stonata sei tu: un libro che ti dice questo può essere urticante.

4. Perché questa storia profuma di gelsomino e sei troppo assuefatto allo smog.

5. Perché uno dei personaggi è convinto che le Gymnopédies di Satiè siano state create per accompagnare quello che resta del giorno dopo la pioggia, e questo è un pensiero dolcemente malinconico.

6. Perché parla di manicomi, di pazzi e delle nevrosi della vita contemporanea.

7. Perché lo stile di uno scrittore emergente è imprevedibile, richiede concentrazione, è camminare con i piedi nudi su una spiaggia di ciottoli piuttosto che infilarsi nelle pantofole vecchie e comode di qualche autore di bestseller che scrive ormai a memoria.

8. Perché i personaggi non sono tanti però ci sono diversi colpi di scena e questa cosa può infastidire chi pensa che la lettura concili il sonno.

9. Perché il suo primo romanzo è andato bene e all’autore non vuoi dare la soddisfazione di sfondare con il secondo.

10. Perché una volta che hai eliminato tutta la polvere e tutti i tuoi brutti pensieri, poi che cosa ti resta?

Progetto Medea recensisce COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI

01 domenica Dic 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

autori contemporanei, BASAGLIA, books, LEGGE BASAGLIA, leggere, letteratura, letteratura contemporanea, letteratura contemporanea italiana, letteratura italiana, RECENSIONE

qui la recensione originale

 

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

Grazie a Erika Di Giulio per la bella recensione

Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri

copertina germani.aiQuesto è un romanzo che non si può raccontare. Lo puoi attraversare, passarci dentro e sentirlo piano, perché fa male. È la storia di una donna, di un uomo e di un pazzo. Senza nome. Il racconto della nostra vergogna e di tutto ciò che abbiamo preferito lasciare sul fondo, scomodo, complicato, eccessivo, emotivamente poco raccomandabile. La nota stonata di una melodia che stride e si incanta sul terreno accidentato di una gigantesca rimozione. E ci sono grida silenziose là sotto, parole di burro, denti stretti, membra offese, bolle di sapone nello stomaco, notti di ferro e acqua nella testa. E un olezzo invadente di morte e dolci ossessioni, portato dai gelsomini.

Il Pazzo è tutti e nessuno, ombra al litio di se stesso e caleidoscopica presenza-assenza, il buio alle otto di sera per vent’anni. A sciogliersi sul fondo di quelle vite che si rincorrono e che da sempre gli appartengono. E gliele vogliono portare via, razza di stolti per davvero. La donna è madre e moglie, in realtà avrebbe voluto solo suonare il pianoforte. L’uomo vive con il vizio di farsi domande, nel desiderio frustrato di comprendere ed essere compreso e nell’attesa biblica di un gesto mai arrivato. Nel frattempo gli si è marcito tutto lo spartito, o poco ci manca.

Germani mette in fila esistenze di reclusione al palo di una routine omicida che ha sterminato velleità, desideri e speranze, generando un mare di rimpianti. Anime sbagliate, sottovoce perché matte, matte perché sottovoce. Vittime sacrificali e catatoniche della società incivile e di un’istituzione totale che li ha condannati all’orrore e alla reclusione fisica, mentale, identitaria. Improvvisamente liberi in nome della legge Basaglia, infine abbandonati al proprio destino e dimenticati. Diversi, soli, malati, impulsivi, fragili, sentimentali, poveri, omosessuali. Non sono mai stati al mare, hanno avuto figli, mogli e mariti. Hanno comprato un’automobile, studiato chimica, progettato ordigni, interrotto gli studi, cucinato una catarsi (im)possibile, ululato alla notte che non ha portato consiglio. Sono morti, in un giorno d’inverno. Succede che quello che c’è dentro, là fuori nessuno lo vuole vedere. Ma chi sono allora i pazzi?

Isolamento, incomunicabilità, mancanza di empatia, alienazione. Ed ecco che il privato diventa sociale, il piccolo grande, il singolare collettivo. Ecco che i piani si confondono, e i volti sfilano e si danno il cambio senza soluzione di continuità e Germani li accompagna con tutto il rispetto, la precisione e la delicatezza di chi si è messo in ascolto e ha braccia grandi. Perché la polvere della follia non te la puoi levare di dosso, resta attaccata come una seconda pelle, tipo quella del cruscotto della macchina o quella invisibile della fabbrica che scarica sulla città, magari mentre dormi, così non te ne rendi conto. E va conservata, resta tutto ciò che hai.

Vorace nei dettagli e fatalmente sinestetico, questo romanzo mette a nudo un tragico turbamento, lavorando con l’accetta al disvelamento inesorabile e profondo di opinioni e codici, articolati in tutta la loro criticità e ridotti all’osso dell’inadeguatezza. Si spinge senza paura negli abissi della luccicanza, solleticando un colpevole imbarazzo, e ci lascia qui, a rifarci il senno, tremanti nelle nostre certezze, a riflettere su tutti quei pregiudizi di sanità e conformità che regolano i meccanismi relazionali, indotti, giudicanti e folli per davvero.

Erika Di Giulio

 

Titolo: Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri

Autore: Daniele Germani

Casa Editrice: Edizioni Spartaco, 2019

Pagine: 192

Sotto la copertina recensisce Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri

10 domenica Nov 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, books, I LOVE BOOK, ilovebooks, LEGGE BASAGLIA, leggere, letteratura, letteratura contemporanea, letteratura contemporanea italiana, letteratura italiana, libri, PSICHIATRIA, psicologia, RECENSIONE, romanzo, ROMANZO ITALIANO, romanzo psicologico, scrittura creativa

Alcune recensioni sono tecniche, altre svogliate, certe recensioni rivelano troppo della storia e ce ne sono alcune confuse, che forse non parlano neanche del testo in questione.

Quella di Lucrezia di Sotto la copertina è invece un gioiello. Per “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” è la seconda recensione di altissimo livello. Lucrezia ha letto in tanti dettagli nascosti la vera natura del testo. Grazie Lucrezia

QUI LA RECENSIONE ORIGINALE

”

#JUSTREAD ✍️ – Recensione di “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” di Daniele Germani 🙍‍♂️🙍🤯

Sarà capitato anche a voi: a volte, nelle nostre letture si creano delle consonanze che rendono ogni libro l’anello di una sola catena. Di recente vi ho parlato de La notte dell’uccisione del maiale di Magda Szabó (Edizioni Anfora) come di una detective story in senso lato: indizi disseminati nel corso dell’intreccio che dipingono in triste quadro finale.

In Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri di Daniele Germani (Edizioni Spartaco) si verifica qualcosa di simile: storie che corrono su binari paralleli, dirette verso la stessa destinazione senza (apparentemente) incontrarsi mai. Seguiamo le vicende di tre protagonisti accomunati da un senso di sconfitta.

Si rese conto che le restituivano l’immagine che lei aveva di se stessa. Si chiese se anche gli altri si vedessero così deformi, così lontani dall’idea che avevano costruito di se stessi e della loro vita. Forse si contraevano ed espandevano a seconda della grandezza del loro fallimento.

Ringraziamo ancora la casa editrice per averci permesso di leggere questo romanzo!

C’è una donna, ormai non più nella prima giovinezza. A causa di una gravidanza inaspettata e indesiderata e delle pressioni di fidanzato e parenti, ha dovuto abbandonare l’idea di laurearsi e ormai da lungo tempo è imprigionata in una servile esistenza casalinga, circondata da una famiglia ingrata che a malapena fa caso a lei. Tra i suoi amori perduti, quello per la musica del pianoforte: uno dai tanti privilegi che ormai le vengono negati.

Per la donna, il pianoforte è la perfezione irraggiungibile, la bellezza assoluta di ciò che ha perduto e cerca disperatamente di recuperare. Il pianoforte è anche il simbolo di tutto ciò che è immortale e intoccato dalle sozzure della vita; per questa ragione, la polvere non riesce a sfiorarlo. © stigwaage

C’è un uomo, anche lui sposato, anche lui invischiato in un matrimonio senza amore; un uomo che non ha mai visto il mare, e nella cui testa c’è una nota stonata che lo sta facendo impazzire. Nella sua mente si affollano domande, giuste e sbagliate. Quella fondamentale?

Come faccio a eliminare la polvere e i brutti pensieri?

E poi c’è un pazzo. Che sia un uomo, piuttosto che una donna, non importa: ciò che conta è il male che lo affligge, un male nato e cresciuto in tanti anni di manicomio, di soprusi; fino a che la legge Basaglia del 1978 gli regala una libertà illusoria, che lui sceglie di vivere da prigioniero nello scantinato di un padre che odia e, a sentir lui, da cui è ampiamente ricambiato.

Uno scatto da uno dei molti manicomi (Mombello) del nostro Paese, ormai un cumulo di rovine. © marcog91

Tre vite che, nel silenzio di una grigia città priva di punti di riferimento, ticchettano silenziosamente come il timer di una bomba: ciascuna di esse, a modo suo, è arrivata al punto di rottura.

Per la donna è la possibilità di lavorare in un negozio di strumenti musicali, di poter di nuovo pigiare i tasti di un meraviglioso pianoforte intonso da polvere e da brutti pensieri; per l’uomo, è quella nota stonata che minaccia di rompere ogni sbarra della sua prigione, di fargli compiere azioni che deraglino dai suoi binari; e il pazzo… Beh, il pazzo è sul punto di compiere l’atto supremo, un atto che avvicina l’uomo a dio.

Personaggi che popolano uno stesso universo. Le stesse strade anonime, lo stesso negozio di strumenti musicali, la stessa scuola, o istituto. Ci sono consonanze, nelle loro esistenze, che ti fanno chiedere se l’uomo e la donna non siano in realtà marito e moglie; se il pazzo sia lo stesso che ha aggredito la consorte dell’uomo senza nome, lasciandole in eredità un perpetuo naso rotto. Eppure c’è una nota stonata, i pezzi del puzzle non combaciano mai abbastanza da formare un’immagine nitida… prima che essa ti esploda in faccia in un modo in cui non ti aspetti.

Non vi svelo altro della trama: vorrebbe dire andare contro le intenzioni dell’autore, contro il gusto investigativo del libro stesso. Un’indagine che non è confinata al lettore: i personaggi, l’uomo e la donna, si fanno domande (quelle capaci di distruggere muri e confini della loro psiche). A possedere le risposte sembra essere il pazzo.

Figura emarginata dalla società, se prima era separato da essa da alte mura di cemento e un oscuro oblio, una volta fuori rimane circondato da un invalicabile fortezza di imbarazzo e paura. La pazzia ieri si scontra con la pazzia oggi: quanto è cambiato e quanto è rimasto invariato nel corso degli anni, dopo una cesura così importante, almeno sulla carta, come la legge Basaglia?

Così Franco Basaglia: «Voce confusa con la miseria, l’indigenza e la delinquenza, parola resa muta dal linguaggio razionale della malattia, messaggio stroncato dall’internamento e reso indecifrabile dalla definizione di pericolosità e dalla necessità sociale dell’invalidazione, la follia non viene mai ascoltata per ciò che dice o che vorrebbe dire». © pelino

Legare i pazienti come lui gli aveva sempre fatto risparmiare parecchio tempo. Ora la legge lo impediva. A dire il vero lo aveva sempre vietato, ma negli ultimi anni alcune leggi garantivano ai pazzi o ai fuori di testa, alcolizzati e drogati che fossero, lo stesso trattamento sanitario riservato agli altri, e lui si era dovuto adeguare. […] Fece rapidamente il contro di quante persone aveva spedito in manicomio nei suoi trent’anni di carriera solo perché avevano mostrato gli stessi sintomi di questo tizio. Ora non poteva più. Ora doveva curarle.

Scese per un sottopasso. Imboccò quel corridoio lungo e buio dove, nascoste alla vista degli abitanti della città, vivevano le creature scartate dal mondo civile. Senzatetto, qualche matto, eroinomani e spacciatori se ne stavano rintanati il più possibile e da sopra nessuno li avrebbe costretti a trasformarsi in cittadini. L’accordo sembrava funzionare.

I matti restano matti, anche fuori dai manicomi: per molti, la chiusura delle istituzioni ha significato semplicemente passare da uno stato di abbandono e abuso (raccontato nei suoi dettagli più crudi) a un altro.

All’improvviso eravamo liberi. Già. Ma liberi da cosa? Noi avevamo solo bisogno di non dormire nella nostra merda, di avere qualche medicina agli orari giusti, di non venire picchiati per qualsiasi cosa. Non avevamo bisogno di essere liberi. Avevamo bisogno di essere curati. Loro dicono liberi, ma io dico abbandonati. Chi è stato fortunato come me è tornato a casa, perché io una casa ce l’ho. Altri sono rimasti in strada. Alcuni non avevano nessuno, altri ce l’avevano ma non sarebbero andati a prenderli.

Soprattutto, esiste un caleidoscopio della pazzia: ce n’è indotta da soprusi e libertà negate. E una percepita dagli occhi degli altri.

Forse questo non vi è chiaro, i matti sono matti quando sono fuori, quando sono in giro, quando sono a contatto con voi che siete normali.

Se questo libro parla di pazzia e di cura (nelle sue sfumature più oscure: per esempio cura cercata per liberare la società da un peso inutile o sfruttata come mezzo per guadagnarsi gratitudine, notorietà e prestigio) parla anche di noi, dei cosiddetti “normali”.

Lo psichiatra, neurologo e docente Franco Basaglia, promotore della riforma psichiatrica nel nostro Paese e ispiratore della Legge 180 del 1978, che decretò la chiusura dei manicomi.

I normali non sono altro che coloro che non escono dalla linea tratteggiata dal buonsenso comune. Eppure, in un modo o nell’altro, più o meno apertamente, non finiamo tutti per debordare da quei contorni, anche solamente nella solitudine del nostro animo?

Fuori la gente sana pensava che in fin dei conti ce l’eravamo cercata a non nascere uguali a loro.

E quando accade, quante volte anche solo l’istinto di rompere regole spesso automposte diventa un segreto che ci pulsa dentro finché non esplode o soffoca lì dove è nato?

Era arrivato il momento di cercare un pazzo che un tempo aveva preso a pugni sua moglie e capire se anche lui avesse sentito quelle note tutte stonate prima di iniziare a malmenare la gente per strada. Doveva capire se anche lui si sarebbe presto trasformato in qualcosa che fino a qualche tempo prima era semplicemente della polvere da mettere sotto un tappeto della società moderna, da rinchiudere in un manicomio, anche ora che i manicomi non esistevano più. Era ora di andarsi a guardare allo specchio.

La pazzia è allora quell’universo che sta al dilà dello specchio in cui il normale si riflette ma non osa guardarsi. Ed il timore del diverso è uno dei temi portanti della narrazione. La paura che si prova per chi ostenta, volente o nolente, la propria alterità non è altro che l’estrema conseguenza delle barriere che ci separano dagli altri, più o meno sconosciuti. Non è vero che ci trascuriamo a vicenda solo perché il tempo scorre veloce e ne abbiamo poco da dedicare a chi ci sta attorno; a volte, ignorare è una scelta.

Camminando rapidamente per quel corridoio buio, abbassò lo sguardo e cercò di concentrarsi soltanto sulla luce in fondo, stando attenta a non calpestare siringhe e marciume. Soprattutto stette attenta a non incrociare lo sguardo di nessuno.

Il dolore altrui fa paura; e fa paura il pensiero di essere osservati, di essere sorpresi a mostrare un’emozione, salvo scoprire che non c’è nessuno a guardare perché nessuno vuole vedere. E questo è accaduto tanto ai margini della società, nei manicomi come nei campi di concentramento (il parallelismo è evidente), quanto per strada o al supermercato, o persino tra le mura domestiche.

Ti viene da piangere , è un attimo, ma ti rifiuti, perché non puoi farlo in mezzo alla gente, non puoi piangere mentre hai il mondo intorno che ti guarda, anche se poi in verità non ti guarda nessuno.

Croma di Herbert Baglione: uno dei murales del noto street artist brasiliano, in via delle Conce a Roma. © Claudia Gaiotto

Non c’è vicinanza, tra i personaggi di Germani. Le famiglie sembrano conglomerati finiti insieme per caso, nuclei funamboli su reti sfilacciate di convenzioni sociali e mancanza di alternative. Le famiglie sono anche quelle che ti spediscono in manicomio per non dividersi un’eredità. I padri picchiano i figli, i figli non rispettano i genitori che invece li amano.

I sentimenti invecchiano e muoiono rapidamente, e restano le conseguenze, sentenze da scontare col sorriso sulle labbra. Non ci si comprende, perché si pensa di farlo già; e si pensa di farlo già perché ci si rifiuta di guardare davvero. E si parla sottovoce, come in manicomio, perché esprimersi è un crimine che si paga caro. Con l’incomprensione e la solitudine e, in casi estremi, con la violenza e l’abuso, in ognuna delle loro molteplici forme.

Pensi di aver contato per qualcuno, per uno spruzzo di vita in una notte di speranze, quando credevi ancora alla nobiltà del gesto, quando credevi che il futuro fosse un evento prevedibile da poter modellare a tuo piacimento.

C’è una quarta presenza che permea tutto il libro, in una forma o in un’altra, in ogni capitolo. Una presenza che si adagia addosso e si attacca, si respira e si beve, si posa a terra o danza nell’aria: la polvere. Una creatura che ha quasi vita propria, una persecutrice. Che cosa sia questa polvere è la domanda fondamentale a cui si cerca di dare una risposta. Ed è possibile eliminarla?

Non vi dirò che cos’è la polvere, dovrete scoprirlo leggendo. Se vorrete farlo. Anche perché solo leggendo, potrete capirlo. Ma posso darvi uno spiraglio su quell’ultima questione, che è anche la prima: è possibile eliminarla?

Non dalla vita di tutti i giorni, o così pare. Solo il pianoforte, nel libro, è intonso, tanto che ci si può specchiare sulla superficie nera. Infinito come il cullare delle onde, o il momento di un’esplosione.

Che cosa sia la polvere del titolo, che riempie la vita dei tre protagonisti, è la domanda fondamentale del romanzo. © stoplessgomore

E se non si può eliminare, con la polvere ci si adatta a conviverci, ognuno a modo suo. Il sano e il malato, il reale e l’immaginario ci fanno i conti; ci si adatta, in modi più o meno ortodossi, più o meno benaccetti dalla morale comune. In questo senso, obietta il libro, anche la malattia è un meccanismo di adattamento; curare per forza, curare in maniera ortodossa, allora, vuol dire togliere all’individuo la sua unica arma di difesa contro il mondo.

Un’argomentazione controversa, con cui si può essere più o meno d’accordo. E la domanda potrebbe non essere quella giusta: quel “come” potrebbe dover diventare un “se”.

Tiriamo le fila, dunque: che cos’è Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri?

Un libro che parla alle nostre paure e alla nostra vergogna, paura e vergogna che non sono solo emozioni innate ma anche comportamenti acquisiti. Un libro che sfida la percezione comune di buono o cattivo e di giusto o sbagliato, con una prosa che oscilla paurosamente tra l’alto e il basso (a volte troppo), così come sentimenti e fatti descritti. Una miccia per far esplodere delle domande in testa, quelle che spesso non vogliamo farci.

Un libro che va letto con attenzione, per cogliere i dettagli, lì dove si nasconde il diavolo, come si dice. E felicemente consigliato.

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

Rock in Read recensisce Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri

06 mercoledì Nov 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

≈ Lascia un commento

Tag

BASAGLIA, best books, books, I LOVE BOOK, LEGGE BASAGLIA, leggere, letteratura, letteratura contemporanea, letteratura italiana, libri, PSICHIATRIA, psicologia, RECENSIONE, romanzo, ROMANZO ITALIANO, romanzo psicologico, romanzoitaliano, scrittori, scrittori italiani, scrittura

RECENSIONE ORIGINALE QUI

rock n read

 

Come Eliminare La Polvere E Altri Brutti Pensieri è un romanzo articolato, come sviluppato su più livelli e molto molto affascinante.

Il 13 maggio 1978 la legge n.180, la Legge Basaglia, in tema di “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”, fu la prima e unica legge che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio.

Una svolta epocale, quando finalmente e definitivamente mutò l’approccio alla “diversità”.

In Come Eliminare La Polvere E Altri Brutti Pensieri uno dei protagonisti vive parte della sua vita, mentale e relazionale, all’interno di un manicomio.

Un luogo di totale isolamento, nonostante la quantità di gente che ci sta al suo interno, un luogo di incomprensione, chiusura, solitudine e altri mondi.

I mondi della mente, i mondi che ci si costruisce per darsi dei perché…

Molte sono le minuziose descrizioni delle condizioni disumane in cui erano tenuti e mantenuti dentro le gelide mura. Come venivano trattati, e non trattati era qualcosa di desolante, che non poteva certo portare, e non era quello l’obiettivo, a nessun tipo di miglioramento clinico.

Come Eliminare La Polvere E Altri Brutti Pensieri se vuoi lo compri QUI

Ma altri sono i personaggi di questo romanzo sul “senno”.

“Una donna, un uomo, un pazzo. Lei ha un rimpianto, aver lasciato il pianoforte e la musica per dedicarsi al marito e ai figli. Lui è ossessionato da una nota stonata, che gli risuona nella testa e non gli dà pace. Il folle sta preparando una bomba, per annientare il padre che non l’ha mai accettato.”

Tutti e tre i protagonisti hanno delle vite che non gli si addicono, sono pieni di dubbi, rimpianti, soprattutto hanno tutti la certezza che quella che stanno vivendo non sia la loro vita, quella che volevano.

Neanche lontanamente… e questo li logora voracemente.

Ma i “malati di mente”, i pazzi, esattamente chi sono? In cosa sono diversi dalle persone “normali”?

Questo libro è diretto, mai eccessivo, e solleva in noi delle domande.

Mi è parso come una buona tisana calda in un pomeriggio d’inverno, la sorseggi lentamente, senza fretta, intanto ti fai domande, e il solo ragionare ti fa star meglio.

COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI – SPARTACO – 2019

* ACQUISTA LA TUA POLVERE E CERTI BRUTTI PENSIERI

* LEGGI UN ESTRATTO CLICCANDO QUI

* LEGGI TUTTE LE RECENSIONI CLICCANDO QUI

 

 

← Vecchi Post

Seguimi anche su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram

Dal blog personale

  • Presentazione di “Polvere” sulla pagina di Libramente Caffè Letterario 23 giugno 2020
  • Azzurra Sichera di “Silenzio sto leggendo” recensisce COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI 22 giugno 2020
  • 19/05/2020 h 18.00 in diretta su Book Advisor con Cinzia Orabona di Prospero / Enoteca letteraria 18 Maggio 2020

Polvere e brutti pensieri su Facebook

Polvere e brutti pensieri su Facebook

Seguici anche si Twitter

I miei Cinguettii

Sito web creato con WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI
    • Segui assieme ad altri 76 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...