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COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI

~ Il nuovo romanzo di Daniele Germani

Archivi tag: racconto

Recensione da MILLE SPLENDIDI LIBRI E NON SOLO di “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri”

02 lunedì Set 2019

Posted by Daniele Germani in News, RECENSIONI POLVERE

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BASAGLIA, LEGGE BASAGLIA, leggere, letteratura, letteratura contemporanea, letteratura contemporanea italiana, letteratura italiana, lettori, lettura, libri, manicomi, pazzi, pazzia, PSICHIATRIA, psicologia, racconti, racconto, romanzo, ROMANZO ITALIANO, romanzo psicologico, scrittori, scrittura

Loredana Cilento di ” Mille splendidi libri e non solo” recensisce “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” sul suo blog ”

Potete leggere la RECENSIONE ORIGINALE cliccando qui

 

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LA RECENSIONE

“Io parlo sottovoce. Soltanto sottovoce. Ho vissuto per molti anni in un luogo dove il silenzio era una virtù e dove parlare era un peccato. Anche cantare era peccato; e se era peccaminoso parlare, figuriamoci cantare.

Chi peccava si beccava qualche bastonatura. Ne prendevamo tante, di bastonature. Ma non solo perché parlavamo o cantavamo; no, ovviamente no.”

Nel 1978 la legge Basaglia impone la chiusura dei manicomi, da qui un libro sull’alienazione umana che infrange i muri del pressapochismo e insinuando dubbi e domande: cos’è la pazzia? Chi sono i veri pazzi? Siamo noi a essere troppo sani?

Daniele Germani, con Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri (Spartaco edizioni) ci accompagna nelle stanze più buie della mente umana, ci sussurra note di una musica alienate, alcune note sono stonate, si ripetono quasi ritmicamente, come un jazz suonato male, sono le note stonate che riecheggiano nella mente di un uomo; e ci sono i rimpianti di una scelta, i rimpianti di una passione, quella di una donna che non farà più vibrare i tasti di un pianoforte, Chopin,  Mozart, e il difficile Schumann; c’è poi un muro dove un Pazzo ha imparato a fissarlo e a viverci dentro, tra le crepe di quei mattoni e della malta che li tiene insieme, imparando a vivere le vite di chi non ha mai vissuto davvero.

Tre storie, un unico fil rouge, un romanzo basato sulla parola guarigione, la cui struttura particolare e audace dà spazio ad ampie riflessioni; le scelte che necessariamente vanno prese nella vita e che inevitabilmente la cambieranno, ma non solo. Lo stereotipo cui siamo abituati della follia, vista come deviazione della realtà, pregiudizievole e lacerante, oscura il giudizio, facendoci cadere inesorabilmente nella retorica qualunquista.

“Da domani avrò ancora la mia polvere e quelli che il professore chiamava i brutti pensieri. Forse sono solo polvere e brutti pensieri, sì, ma almeno è una polvere che vale la pena di essere vissuta e sono brutti pensieri che meritano di essere accuditi.”

Pagine e pagine intense, potenti, che raccontano, che emozionano con una prosa raffinata ma mai pretenziosa, un dedalo tra realtà, sofferenza fisica e mentale, quella dei pazienti ricoverati nei manicomi, e le privazioni laceranti della vita, fino a giungere un climax di tormento, alienazione e poi consapevolezza.

“Non fermatevi qui, c’è ancora una storia da scrivere e ci sono pagine da leggere, e sono dedicate a chi ancora non si è arreso. Ricordatevi però che quel pazzo aveva ragione: io sono Pazzo solo perché siete voi a voler essere sani”

Attraverso la verità del Pazzo, si leggono pagine di assoluta bellezza che incollano letteralmente il lettore, Daniele Germani ha scritto un libro che vale la pena leggere, lui ci mostra una realtà che può davvero far paura

E io mi chiedo: e poi così negativa la pazzia? I pazzi osano dove gli angeli temono d’andare.
Alexander Pope

SCHEDA TECNICA
Titolo: Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri

Autore: Daniele Germani

Editore: Edizioni Spartaco

Collana: Dissensi

Pagine: 188

Prezzo: € 12,00

Uscita: 25 luglio 2019

 

Tre anni con l’Agenzia Letteraria Edelweiss

18 domenica Mar 2018

Posted by Daniele Germani in News

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amicizia, letteratura, letteratura italiana, lettura, libri, premio san salvo, racconti, racconti brevi, racconto, romanzo, scrittori, scrittori esordienti, scrittori italiani, scrittura, scrittura creativa, social

san salvo con andrera e robertoTre anni fa firmavo il contratto di rappresentanza con l’Agenzia Letteraria Edelweiss.
Ero totalmente inesperto di tutto quello che riguardava l’editoria, ma con Andrea e Roberto ho iniziato un percorso professionale riguardante il Manuale di fisica e buone maniere, tramite il quale siamo arrivati alla pubblicazione del romanzo, e uno molto più importante, quello umano, che mi ha portato a conoscere aspetti di me che non avrei mai potuto immaginare potessero esistere.

Sono stati tre anni esaltanti, con qualche momento difficile, fatto di alcune incomprensioni dovute in gran parte alla mia inesperienza, ma soprattutto di esaltazione, gran lavoro e ottimi risultati.
La loro Agenzia è una casa accogliente, un luogo dove ogni scrittore e scrittrice dovrebbero vivere e crescere professionalmente.

Andrea è preciso, chirurgico, appassionato.
Ha colto in me e nella mia scrittura qualcosa che io non sapevo neanche di possedere. Ha capito prima di me cosa volessi comunicare e mi ha aiutato a farlo crescere, maturare e poi sbocciare.
Se oggi ho scritto e sfornato un libro e ne ho scritto un secondo in attesa di essere pubblicato, Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri – Romanzo, è soprattutto grazie a lui.
Se mai un domani diventerò uno scrittore vero, una gran parte del merito sarà il suo.

Grazie Andrea, grazie Roberto, incontrarvi è stata una fortuna e un onore.

E questi sono solo i primi tre anni.
Andiamo avanti così, avremo grandi soddisfazioni insieme.

Vi abbraccio

Daniele

Una bellissima recensione su Amazon di Letizia Rossi

02 venerdì Mar 2018

Posted by Daniele Germani in recensioni

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letteratura, letteratura italiana, libri, racconti, racconto, RECENSIONE, romanzo, scrittori, scrittori esordienti, scrittori italiani, scrittura, scrittura creativa

Non sono solito postare qui sul sito le recensioni di Amazon (che lascio alla pagina di Facebook), ma questa mi ha colpito molto.

Vi lascio un estratto a seguire e la recensione completa cliccando qui

Un caro saluto,

Daniele

“Scopro subito le mie carte: questo “Manuale” è un piccolo capolavoro. Parla d’amore, eppure non è una vera e propria storia d’amore. Parla di sentimenti ma è tutt’altro che un romanzo sentimentale. Sono due microcosmi, e la loro relazione, ad essere narrati.

Non è affatto una lettura “d’evasione”, questo “manuale”.

È troppo profondo e disincantato per farci banalmente sognare. Ci pone di fronte alla realtà, dando voce alla parte più scomoda dell’animo umano, quella che teniamo ben sepolta e siamo così bravi ad ignorare. L’ho trovato coraggioso e controcorrente.

Daniele Germani narra con una scrittura poetica e delicata, che quasi contrasta con la durezza della trama. È proprio questo che mi ha affascinata, assieme alla maturità con cui tratta le parole e plasma le frasi. Alcuni passaggi sembrano raccontare un dipinto, in altri ho trovato la musicalità di una melodia.”

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Daniela Sardella recensisce il MANUALE DI FISICA E BUONE MANIERE per La Gilda dei lettori

28 domenica Gen 2018

Posted by Daniele Germani in recensioni

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Tag

letteratura, letteratura italiana, lettura, libri, racconti, racconti brevi, racconto, RECENSIONE, romanzo, scrittori, scrittori esordienti, scrittura, scrittura creativa

Daniela Sardella recensisce il Manuale di fisica e buone maniere per La Gilda dei lettori

QUI LA RECENSIONE ORIGINALE

Guardando la copertina del suo Romanzo, dove è raffigurata una formula matematica, non avrei mai potuto immaginare di imbattermi in una storia d’amore. Una storia d’amore si, ma piena di paure, fragilità, disagi ed eventi che hanno segnato per sempre la vita dei due protagonisti. Una storia diversa, che non parla di romanticismo, ma che ti colpisce facendoti patire ogni attimo del racconto. Due ragazzi con storie differenti che hanno “segnato” il loro percorso, le loro scelte o se vogliamo chiamarlo il loro “destino”….

Lui un ragazzo chiuso con problemi relazionali, un tipo strano, che possiede un libriccino, che custodisce in maniera quasi maniacale, dove annota i suoi esperimenti bizzarri e lugubri, come gli esprimenti che portano alla morte del suo gatto.

Lei una brillante studentessa di Astrofisica, ma con un passato brutale, cattivo che le ha segnato non solo il resto della vita spezzandole la gioia e l’amore perfetto di una famiglia perfetta, ma che ha cambiato l’essere interiore che era, costruendo un muro tra se e i rapporti umani.

“Decise di non vivere, decise di nascondersi e ci riuscì, anche se per poco!!” Come ambiente perfetto Daniele Germani sceglie uno scenario poco accogliente, direi freddo, ma che lui sa descrivere così bene che ci dà la sensazione di percorrere gli stessi vicoli del protagonista. Luogo adatto per essere invisibile, ognuno vive la propria vita quasi come dei Robot. A quel ragazzo così silenzioso serviva solo mimetizzarsi tra la gente e tutto sarebbe andato nel verso giusto.

Ma ancora una volta si presentano situazioni strane…Uno strano incidente gli provoca Amnesia, ed essendo fuggito senza lasciare tracce, non lo cerca nessuno, nemmeno la famiglia e tutto ciò lo porta, forse senza volerlo, ad ottenere ancora più ciò che desiderava: essere invisibile!!

Poi lei, la stessa ragazza che lo ha portato a fuggire da tutto e tutti, dopo quel bacio lo sorprende e lo sconvolge in maniera ancora più forte.

La lettura è scorrevole e piacevole, mi ha saputo riportare indietro nel tempo. Durante la lettura si sono svegliati sentimenti forti che hanno fatto riemergere in me sensazioni e disagi che i protagonisti hanno provato: il sentirsi fuori posto nella stessa famiglia e le immancabili scelte, forse giuste o sbagliate, che hanno segnato il cammino della loro o nostra esistenza!

Vi invito a immergervi in questo splendido Romanzo dove Daniele Germani racconta un amore diverso, unico nel suo genere. Buona lettura a tutti voi!

Daniela Sardella

Teresa Anania recensisce il Manuale di fisica e buone maniere

28 domenica Gen 2018

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Tag

letteratura, letteratura italiana, lettori, libri, racconti, racconto, RECENSIONE, romanzo, scrittori italiani, scrittura, scrittura creativa

Teresa Anania recensisce per IL MONDO INCANTATO DEI LIBRI il “Manuale di fisica e buone maniere”. Qui la sua pagina Facebook e QUI LA RECENSIONE ORIGINALE

Romanzo d’esordio in cui già dalla copertina si può evidenziare la particolarità dello stesso. In bella mostra, l’equazione di Dirac, quella ormai conosciuta come Equazione dell’Amore, con la quale viene descritto in fisica il fenomeno dell’ entanglement quantistico, (definito da Einstein – fantasmodica azione a distanza), che afferma in pratica che ” se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo diventano un unico sistema. Quello che accade ad uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce.”

Il che rimanda anche in qualche modo all’Amore Platonico… Fisica e filosofia, ma non solo, si fondono quindi per dare vita a quel sentimento puro tanto ricercato che è l’Amore.   “Lo sapevi che -Amore- è una parola senza sinonimo? ….E’ una parola silenziosa, amore, che si proclama senza emettere suoni. La si può pronunciare anche solo sfiorando gli occhi di chi è davanti a te. Ed è proprio quando si tenta di urlare che si pecca di saccenteria…..”    

Oltre alla formula di Dirac, a colpire è anche il titolo…. Quale può essere il trait d’union tra Fisica e Buone Maniere? Nessuno apparentemente….almeno fino a che non ci si proietta all’interno del romanzo.  Un vero e proprio Bildungsroman in cui Scienza, Letteratura, Fisica, Astronomia e sentimenti si fondono interagendo ed intersecandosi sapientemente. Un’alchimia di elementi che rapiscono immediatamente l’attenzione del lettore.

Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, non è comunque un romanzo rosa o d’amore in senso stretto. Due personaggi, un ragazzo e una ragazza, ai quali l’autore non attribuisce nomi e la descrizione della loro crescita psicologica  e della loro evoluzione fino all’età adulta. Due ragazzi in cui ognuno di noi può facilmente identificarsi e ritrovarsi. Possessori entrambi di un background personale parecchio doloroso e tormentato che si riaffaccia costantemente tentando di prevaricare e contro il quale lottare non è per nulla facile. Lotta che viene affrontata da entrambi in maniera diversa.

Lui è un personaggio freddo, anaffettivo,apatico e dalla personalità borderline. Un ragazzo angustiato che per testare la sua teoria sul paradosso di Schrodinger, secondo cui un gatto può essere vivo e morto contemporaneamente, finisce con l’uccidere il proprio gatto. Lei con un passato doloroso, forse mai superato, si porta dietro una serie di cicatrici nell’anima  che tenta in ogni modo di nascondere e superare. Una personalità determinata a raggiungere i propri obiettivi.  Diversi ma profondamente simili e legati da uno stesso destino: imparare a fare i conti con la solitudine, quella solitudine in cui cercano bramosamente la felicità certi quasi di averla trovata perché, in fondo, non ne conoscono altra.

“…..La mia solitudine era serenità. La mia misantropia era stabilità. Ero soddisfatta. …..La mia vita era andata come doveva andare….. avevo dedicato tutte le mie energie esclusivamente a me stessa…….”     Due vite che si incontrano  per caso ma che finiranno con l’intraprendere strade differenti; lui per paura di abbattere le sue mura fuggirà a Londra facendo perdere le sue tracce. Lei, continuamente tormentata dai suoi fantasmi, appare comunque meno “codarda” e molto più disponibile ad accettare e ad affrontare un cambiamento nella propria esistenza e decide di andarlo a cercare.

La narrazione è fluida,nitida, scorrevole, ben scritto , si legge d’un fiato e presenta un finale che non ti aspetti.  Ti pervadono, leggendo, mille emozioni, sentimenti e stati d’animo.  Fa rabbia la testardaggine di lui ed intenerisce il bisogno che entrambi hanno di amare ed essere amati. Ti fa interrogare sul senso dell’esistenza umana e sul ruolo che gioca il destino nella vita di ognuno di noi e su quanto sia importante imparare a vivere intensamente; alcuni treni passano una sola volta e andrebbero presi al volo!

”  …La cometa di Halley passa ogni 77 anni …e in pochi possono vederla  per più di una volta nella vita.”    Ciascuno di noi è convinto di bastare a sè stesso, e a volte la paura di soffrire prende il sopravvento sui sentimenti generando profonda solitudine in giganti con i piedi d’argilla; ma in fondo nulla accade per caso, neppure il dolore, anche rinchiudersi per non soffrire è il meccanismo di difesa istintivo  più facile da adottare. Ma sappiamo che l’Amore è in grado di muovere il mondo, occorre solo avere il coraggio di rischiare…

Un romanzo denso e intenso, coinvolgente e accattivante dalla prima all’ultima pagina; da tenere a portata di mano, da leggere, rileggere, da assaporare pienamente e le cui parole ti restano tatuate dentro riecheggiando magnificamente nella testa e nel cuore….

Teresa Anania

La banalità dell’incredibilità, ovvero la vita

21 domenica Gen 2018

Posted by Daniele Germani in blog personale

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Tag

amicizia, letteratura, letteratura italiana, libri, racconti, racconti brevi, racconto, scrittura

Certe storie meritano di essere raccontate; una di queste è quella che mi appresto a scrivervi e fa parte di quelle storie storie semplici ma incredibili
che non hanno lo scopo e la presunzione di insegnare nulla a nessuno, se non che non esiste nulla di così talmente incredibile e improbabile che non possa avvenire in questa nostra vita.

C’è però bisogno di un piccolo preambolo. Durante i mesi precedenti alla morte di mio padre, quando lo assistetti e accompagnai verso il suo destino per tutte le sue ultime notti su questa terra, durante quelle notti insonni piene di nulla e di tanti, troppi silenzi, i pensieri si addensavano fino a fare male e dovevo trovare il modo di smaltirli un po’.

Iniziai quindi a giocare a Poker con quelle applicazioni gratuite che giravano sui social. Mi piacque e pian piano passai al poker vero, dove si giocavano i soldi. Mi scoprii abbastanza bravo e volli coltivare questa passione.

Tornato a Barcellona, creai una lega di Poker e fu un successo: era ben fatta, molto organizzata e agonistica; insomma, era di buon livello. Conobbi tante persone, ma non rimasi in contatto con nessuna di loro.

Una di queste si chiamava Vladimir, un ragazzo ucraino. All’epoca della lega aveva 18 anni. Ricordo la prima volta che lo vidi: magro, rasato, con gli occhi sfuggenti e di poche, pochissime parole. Giocavamo a poker, era questo che ci univa, con lui e con tutti gli altri.

Pian piano però le cose cambiarono e i rapporti con qualcuno fu così con dei miei compagni di poker si evolvettero e in qualche caso nacque l’amicizia. Fu così con Vlad, appunto.
Scoprii che quel ragazzo taciturno, grande pokerista, era soltanto molto timido. Con me si aprì molto e io feci altrettanto con lui. Si sviluppò un’amicizia molto forte. Quando andai via da Barcellona però, tagliai i ponti con quasi tutti e lui fu uno di quelli. Passarono gli anni, gli eventi, le persone e la memoria relegò tutta quella storia in un angolo poco frequentato della mia mente.

Tutto questo mi porta al 14 gennaio scorso, il giorno dell’inaugurazione del Roma Club Genova. Dopo l’inaugurazione fui contattato dall’UTR (che è un’associazione che collega i Roma Club alla As. Roma) che offrì possibilità di inviare una delegazione per incontrare i giocatori. Pronti, via, andiamo a quindi a Milano ad incontrare i calciatori. Foto, tutti contenti, autografi qui e lì, e ripartenza alla volta di Genova.

L’autostrada A7 che collega Milano a Genova, il 20 gennaio alle 22.00, non è che sia il posto più frequentato del mondo, ve lo assicuro.
In verità c’eravamo solo noi su quella autostrada, e solo noi anche nel parcheggio dell’Autogrill di Pavia, dove ci siamo fermati per prendere un caffè e poi ripartire. Temperatura esterna: 1 grado centigrado.

Prima dell’entrata vengo avvicinato da un tizio. Aveva lo zaino classico dei viaggiatori, con una tenda attaccata e un paio di buste piene di cibo. Mi ha detto qualcosa, ma non l’ho nemmeno guardato in faccia, e gli ho risposto solo: “No, no”.

Però lui ha insistito e mi ha chiesto: “Hablas Espanol?”
Gli ho risposto di si, non capivo dove voleva arrivare.
“Si, tu lo hablas?”. Mi rispose di si.
“De donde eres?” gli chiedo. “Barcelona”, mi risponde.
“Vivì para 5 anos en Barcelona”. E lo guardo finalmente negli occhi.

Capelli arruffati, barba lunga, ma curata, una giacca troppo leggera per quel grado centigrado della campagna vicino Pavia. Mi sorride prepotentemente. “Jugavas a Poker?” In quel momento sono andato un po’ in tilt.

Ho sgranato gli occhi e l’ho guardato bene, ma vedevo ancora solo e soltanto un tizio che forse voleva scroccarmi dei soldi che non avevo. Non riuscivo a capire la domanda riguardo il poker.
Al chè gli chiesi: “Como te llamas?”

Ormai il suo sorriso era più grande della faccia che lo ospitava.
“Soy Vladimir!”
Mi rendo conto che così scritto non può trasmettere l’emozione che abbiamo provato.

Le possibilità che questo accadesse erano forse meno di quelle di vincere due lotterie di seguito.
Ora Vlad sta girando il mondo senza meta e senza soldi, in un progetto tutto suo che va contro a tutto, ma incontro a tutti, senza elemosinare nulla con la fierezza di un viaggiatore di altri tempi.
Io sono felice che questo giorno sarà ricordato da entrambi per sempre come uno dei giorni più incredibili della nostra vita, ovunque noi saremo, ovunque lui sarà.

Per sostenerlo vi consiglio di visitare il suo canale Youtube cliccando qui

Non vi chiederà mai soldi, ma solo di viaggiare con lui.

BUON VIAGGIO VLAD!

IO E VLAD

ESTERNO GIORNO – Tutte le strade della meraviglia in tre anni e qualche secondo

25 giovedì Mag 2017

Posted by Daniele Germani in blog personale

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amore, racconto

Chissà se continuerai a pensare che io sia l’uomo giusto, io, proprio io, che ero diventato nessuno in mezzo al nulla, quando solo tre anni fa arrivavi splendida in mezzo al tempo, fermandolo per un attimo, congelando quell’attimo necessario a farmi capire che sì, non ci sarebbe mai stata altra vita se non fosse stata insieme a te.

Chissà se continuerai a pensare che io sia l’uomo giusto, quindi, anche quando cadrò nelle debolezze che ogni vita si porta dietro, quelle mie debolezze che ancora non sei riuscita a curare tu stessa, come hai già fatto con tutte le altre, ma che vivono nascoste, infide e sempre vive nell’animo di quello che sono, una persona semplicemente e noiosamente normale. Chissà se quel giorno, quando cadrò, ci sarai ad aiutarmi a togliere la polvere dai miei errori e dalle mie incertezze.

Chissà se vivremo poi abbastanza per dimenticarlo e riderci su, come i lieto fine in quei film di cassetta e nei romanzi d’appendice che ci piacciono così poco, e se riusciremo infine a dimenticare tutto oppure a ricordarcelo e a non soffrirne troppo.

Chissà? No, non c’è spazio per il dubbio, perché sarai sempre la donna che ho avuto l’onore di incontrare in questa mia vita, che è diventata la nostra vita e allora sì che ci riuscirai.

Dovete sapere, voi che leggete, che tre anni fa incontravo la meraviglia e quella meraviglia risplendeva di sorpresa, ed era la mia sorpresa che si rifletteva in quegli occhi grigi che mi guardavano incuriositi. Quella meraviglia non fermò solo il tempo, ma fu improvvisamente luce e chiarezza.

Chissà se sarò in grado di restituirti l’amore che mi hai donato incondizionatamente, io, nessuno in mezzo al nulla, che grazie a te sbocciavo a quasi quarant’anni.

Tre anni fa entrasti nella mia vita e la mia vita divenne una strada dove incontrarla, la meraviglia, in ogni centimetro, per ogni notte e in ogni sorriso che ricevo prima di addormentarmi.

Sei vita, Marianna, sei tempo, tutto il  mio tempo, nessun attimo escluso.

25 maggio.

Il Natale delle macchine

15 giovedì Dic 2016

Posted by Daniele Germani in blog personale

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natale, racconto, scrittura, scrittura creativa

di Daniele Germani

      Durante quell’ultimo anno era talmente migliorato da riuscire a chiudere i pacchetti in quindici secondi. Era diventato un gesto meccanico, industriale, un gesto che gli aveva permesso di essere il migliore. Due secondi per prendere il pacchetto con la mano sinistra, farlo scivolare sulla carta, mentre con la mano destra avvolgeva già la parte superiore dell’incarto.

      Altri cinque secondi per la piega superiore e per girare il pacchetto e altri cinque, due e mezzo per lato alto, per la piega conclusiva e mettere il nastro adesivo, già tagliato e pronto sul bordo tavolo. Il pacchetto era fatto. La carta era sempre la stessa, rossa lucida con disegnini di renne e spruzzi di neve e non si riusciva a chiudere sempre al meglio. A volte restavano piccole pieghe, ma era a causa dei fogli due metri per tre che doveva tagliare e ritagliare almeno due volte.

     Lui incartava libri in pacchetti regalo.

     Ne incartava decine, a volte arrivava a centinaia al giorno. Quindici secondo per il pacchetto, un’altra manciata per il fiocco. Sul suo tavolo da lavoro l’ordine regnava sovrano. La polvere la faceva da padrone, in quel posto, ma la sua postazione era pulita, immacolata. Lo aiutava a sentirsi diverso dagli altri, dal loro caos. L’ordine riusciva a farlo lavorare meglio e ad essere il migliore. I libri erano tutti di diverse dimensioni e fatture; copertine rigide, bossure, fascette, centinaia o migliaia di pagine, alcuni erano pregiati e con le copertine in pelle.

      Lui incartava tutto e passava al suo collega, che aveva il compito di smistare secondo l’ordine di servizio. Indirizzi e titoli da accoppiare. Lo riteneva magico. Avrebbe voluto quell’incarico. Il suo pacchetto pronto arrivava al suo vicino, che con stessa rapidità incollava sulla carta lucida un’etichetta con i dati del destinatario e lo faceva scivolare verso una macchina che poi avrebbe letto il codice a barre e smistato il regalo verso i distributori e infine verso i destinatari.

      Un giorno quell’incarico sarebbe stato il suo, ma non prima di altri due anni; non sapeva leggere, aveva cinque anni e a breve avrebbe iniziato le scuole di primo grado. Però ne era certo, una volta compreso cosa ci fosse scritto sulle copertine dei libri che incartava, allora avrebbe potuto accoppiarli agli indirizzi dove spedirli e sarebbe stato promosso. Quello era il suo obiettivo e prima o poi si sarebbe preso quel posto.

      Ma quel Natale ancora no; era troppo presto. Per quel Natale si sarebbe accontentato ancora di incartare libri, in attesa di diventare una macchina più grande.

(Tutti i diritti riservati – Daniele Germani)

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